I gladiatori erano degli atleti che combattevano per la gloria e per la vita nell’antica Roma. Il loro nome deriva dal gladio, la spada corta che usavano nei duelli. I gladiatori si esibivano in spettacoli pubblici chiamati munera, che avevano origine dai riti funebri dei nobili romani. I munera erano organizzati da magistrati, politici o ricchi privati per celebrare una vittoria militare, una festività religiosa o un evento familiare. I munera erano molto popolari tra il popolo romano, che si radunava negli anfiteatri per assistere alle lotte sanguinose tra i gladiatori.
Il più famoso e grande anfiteatro di Roma era il Colosseo, costruito tra il 72 e il 80 d.C. dall’imperatore Vespasiano e dai suoi successori Tito e Domiziano. Il Colosseo poteva ospitare fino a 50.000 spettatori, che entravano attraverso 80 arcate numerate. Il Colosseo era dotato di un sistema di copertura mobile chiamato velarium, che proteggeva il pubblico dal sole e dalla pioggia. Il Colosseo era anche dotato di un sistema di sollevamento meccanico che permetteva di far emergere animali, scenografie e gladiatori dall’ipogeo, il sotterraneo dell’anfiteatro.
I gladiatori che combattevano al Colosseo erano addestrati in apposite scuole chiamate ludi, che erano gestite da dei proprietari chiamati lanisti. I ludi erano delle vere e proprie caserme, dove i gladiatori dormivano, mangiavano e si allenavano. I gladiatori erano per lo più schiavi, prigionieri di guerra o criminali condannati a morte, ma potevano essere anche uomini liberi che si offrivano volontari per cercare fama e fortuna. I gladiatori si sottoponevano a un duro allenamento fisico e a una dieta ricca di proteine e carboidrati. I gladiatori si dividevano in diverse categorie a seconda dell’armatura, dell’arma e dello stile di combattimento che usavano. Alcune delle categorie più note erano:
– Il mirmillone, che indossava un elmo con una cresta a forma di pesce, uno scudo rettangolare, una corazza, una manica di metallo al braccio destro e una gambaletto alla gamba sinistra. Il mirmillone combatteva con un gladio e si ispirava ai guerrieri della Gallia.
– Il trace, che indossava un elmo con una visiera, uno scudo rotondo, una manica di metallo al braccio sinistro e due gambali. Il trace combatteva con una spada curva chiamata sica e si ispirava ai guerrieri della Tracia.
– Il secutore, che indossava un elmo con una visiera stretta, uno scudo rettangolare, una corazza, una manica di metallo al braccio destro e un gambaletto alla gamba sinistra. Il secutore combatteva con un gladio e inseguiva il suo avversario.
– Il reziario, che indossava solo una fascia al braccio sinistro e una rete. Il reziario combatteva con un tridente e una daga e cercava di avvolgere il suo avversario nella rete.
Le coppie di gladiatori che si affrontavano erano scelte in modo da creare un contrasto tra armi e tecniche. Le coppie più classiche erano tra il mirmillone e il trace, e tra il secutore e il reziario. I gladiatori combattevano fino a che uno dei due non cadeva a terra o si arrendeva. A quel punto, il vincitore si rivolgeva al pubblico e all’organizzatore dello spettacolo per chiedere il destino del vinto. Il pubblico esprimeva il suo parere con il gesto del pollice: se il pollice era rivolto verso l’alto, il vinto veniva graziato; se il pollice era rivolto verso il basso, il vinto veniva ucciso. Tuttavia, la decisione finale spettava all’organizzatore, che poteva anche consultare l’imperatore se era presente.
I gladiatori che sopravvivevano ai combattimenti ricevevano un compenso in denaro e in doni. I gladiatori più famosi e abili godevano di grande popolarità e ammirazione, e potevano ricevere anche la libertà dopo un certo numero di vittorie. I gladiatori, tuttavia, erano anche consapevoli della loro condizione di schiavi e di intrattenitori, e sapevano che la loro vita dipendeva dalla volontà altrui. Per questo, i gladiatori vivevano secondo il motto “ave Caesar, morituri te salutant”, ovvero “salve Cesare, quelli che stanno per morire ti salutano”.